a collezione di arte antica, vero cuore del Museo Civico delle Cappuccine, trova collocazione prevalentemente nella suggestiva sala delle Capriate. Tre sono i principali nuclei che la compongono. Il primo gruppo è costituito dall’originaria quadreria e da altri pezzi d’arte di pertinenza del Comune di Bagnacavallo, in parte frutto delle soppressioni ottocentesche degli ordini religiosi. Il secondo, importantissimo, è il deposito delle Opere Pie Raggruppate, che conta numerosi dipinti provenienti dalle collezioni artistiche dagli istituti assistenziali – ormai dismessi – presenti storicamente sul territorio. Il terzo, assai più esiguo in termini numerici, ma prezioso per qualità, è infine dovuto a sporadici acquisti o ad alcuni recenti depositi di singoli dipinti.
Il percorso espositivo si dipana attraverso una cinquantina di opere che rappresentano l’importante eredità storico artistica che col tempo si è stratificata nella città di Bagnacavallo e che testimoniano il suo riconosciuto ruolo di città d’arte. Un racconto che inizia da alcune testimonianze dei secoli XIII e XIV legate alla committenza francescana di Bagnacavallo e si conclude alla fine dell’Ottocento, con il grande e sontuoso ritratto della Contessa Sauli Visconti di Edgardo Saporetti. Tra le opere più significative vanno segnalate la grande Pala raffigurante la Madonna col Bambino in trono e santi, attribuita da Roberto Longhi al bagnacavallese Bartolomeo Ramenghi (inizio XVI sec.), lo Sposalizio Mistico di Santa Caterina, un dipinto di piccolo formato destinato alla devozione privata oggi ricondotto alla mano di Girolamo Marchesi da Cotignola, il Compianto sul Cristo morto realizzato da un sottile e arguto interprete della maniera di Federico Barocci, il marchigiano Andrea Lilio (1596) e un’Adorazione dei Pastori frutto del genio inquieto del pittore tardo-manierista Ferraù Fenzoni.