La mostra, con oltre 120 opere esposte, intende ripercorrere la storia della tecnica della xilografia ukiyo-e e di alcuni dei più importanti maestri che vi si sono dedicati – Hokusai e Hiroshige – divenuti ben noti anche in Europa quando alcune loro opere furono di ispirazione per gli impressionisti e più in generale per gli artisti che da metà dell’Ottocento si dimostrarono più aperti al rinnovamento della pittura.
Ukiyo-e, termine che significa letteralmente “immagini del mondo fluttuante”, descrive il genere
artistico, fiorito tra il XVII e XIX secolo, che aveva inizialmente una connotazione edonistica associata ai momenti piacevoli che gli abitanti delle città trascorrevano dedicandosi a piaceri transitori della vita, e
in quest’ottica la raffigurazione del paesaggio era rilegata alla funzione di sfondo ai personaggi ritratti.
A partire però dagli anni ‘30 dell’Ottocento, con la pubblicazione delle Trentasei vedute del Fuji di
Hokusai e delle Cinquantatre stazioni della Tōkaidō di Hiroshige, improvvisamente la raffigurazione del
paesaggio assunse una nuova importanza, divenendo soggetto principale degli ukiyo-e.
Con testi di Davide Caroli, direttore del Museo Civico delle Cappuccine e curatore della mostra, Marta Boscolo Marchi, direttrice del Museo d’Arte Orientale di Venezia, e Marco Fagioli, esperto conoscitore dell’arte giapponese.
Museo Civico delle Cappuccine, Bagnacavallo (RA), 23 settembre 2023 – 14 gennaio 2024