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Storia

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e origini del Museo Civico delle Cappuccine risalgono agli anni successivi al 2° conflitto mondiale, quando il nucleo più rilevante delle civiche raccolte d’arte fu collocato, senza particolari criteri espositivi, in alcune sale attigue alla Biblioteca Civica “Taroni”, allora ospitata a Palazzo Vecchio. Si trattava della prima, embrionale, forma di museo artistico cittadino. Riconosciuto nel censimento ministeriale del 1965 tra i “musei minori non statali”, il nascente museo civico venne formalmente istituito dal Consiglio Comunale nel 1967, che ne approvò contestualmente il regolamento. Le collezioni museali erano allora composte principalmente dalle testimonianze artistiche confluite nelle civiche raccolte in seguito alle soppressioni ottocentesche degli Ordini religioni, e in parte da opere che nel tempo si erano aggregate per donazioni e lasciti.

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U

na decisa svolta verso una forma di museo più organica e strutturata si ebbe nel 1970, quando il Comune di Bagnacavallo acquistò il complesso conventuale di via Vittorio Veneto, già appartenuto alle suore Cappuccine. In questa grande ma per certi versi ancora inadeguata struttura, trovarono spazio le attività culturali di diverse associazioni locali, le quali avrebbero collaborato con l’Amministrazione comunale nei settori delle arti figurative, della musica, dell’archeologia e delle scienze etnografiche. E’ proprio alle “Cappuccine” che il 25 settembre 1976 venne inaugurato il “Centro Culturale Polivalente” di Bagnacavallo, nella cui articolazione veniva a collocarsi il preesistente museo civico, il quale dunque trasferiva le opere d’arte di sua pertinenza nella nuova sede. In quell’occasione le collezioni museali conobbero un notevole arricchimento, in virtù di alcune importanti donazioni di privati (tra le quali si segnala per importanza quella demoetnoantropologica e artistica dell’ing. Vittorio Dal Borgo), e dell’opportuna sistemazione dei reperti archeologici fino ad allora in deposito, cui si aggiungevano quelli rinvenuti nel territorio durante la campagna di scavo del 1966. Di grande rilevanza fu inoltre il deposito al museo di un notevole corpus di opere d’arte antica provenienti dalle Opere Pie Raggruppate di Bagnacavallo, deposito peraltro auspicato sin dal 1958 dalla stessa Amministrazione comunale e dalla Soprintendenza competente. Diversi tra i migliori capolavori di arte antica oggi nel percorso museale provengono da questo significativo deposito, che contava alcune decine di opere.

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el corso di alcuni decenni il proliferare delle iniziative svolte portò ad attirare ulteriori importanti donazioni di artisti e privati cittadini, che sommate alla raccolta di reperti etnografici conferita dalla Direzione della Scuola Elementare diedero vita ad un consistente patrimonio permanente, esposto al pubblico con regolarità. Nel 1986 fu di particolare significato per il museo la donazione, da parte della sig.ra Magrograssi in Morelli, di uno straordinario fondo di dipinti, disegni e dell’archivio personale del marito, il pittore Enzo Morelli, cui oggi è dedicata una sezione espositiva. Il “regolamento per il funzionamento del Centro Culturale Polivalente”, approvato nel 1981, prevedeva un’articolazione del Centro in diverse sezioni, a cui vennero aggregate la Biblioteca Comunale e il Teatro Goldoni, “per competenza amministrativa” e per “interpretare un concetto organico di cultura polivalente che faccia proprie le esigenze culturali del territorio”. Le sezioni riguardavano: 1) Biblioteca; 2) Fonoteca; 3) Reperti archeologici; 4) Etnografico; 5) Pinacoteca, sculture, gipsoteca; 6) Galleria d’arte moderna; 7) Scienze; 8) Teatro; 9) Documentazione storica.
Nel 1986, in seguito ad una pregevole e cospicua donazione di incisioni dal cav. Emilio Ferroni, prese corpo il “Gabinetto delle Stampe”, nel quale confluirono negli anni immediatamente successivi altri importanti versamenti di incisioni. Uno di questi fu il lascito del bulinista torinese Armando Donna, che lasciò anche molti strumenti tecnici del mestiere che andarono a formare un laboratorio di incisione.
La redazione con cadenza tri-quadriennale del “Repertorio degli Incisori Italiani” ha ulteriormente contribuito ad accrescere il fondo di incisioni del Gabinetto delle Stampe, che si configura oggi come uno dei principali centri di conservazione e promozione dell’incisione contemporanea in Italia.
Nel corso del 1998 le raccolte etnografiche e parte di quelle archeologiche furono riposte nei depositi, e nelle sale da queste occupate per iniziativa dell’Associazione degli Studi Naturalistici in Romagna venne collocata la Sezione Naturalistica “Pietro Bubani”.

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on l’adozione dell’attuale regolamento di funzionamento, nel 2008 l’istituto museale prende il nome di “Museo Civico delle Cappuccine”, sottolineando così la memoria storica dell’antica sede delle RR.SS. Cappuccine. Negli ultimi anni il museo ha iniziato un lento programma di adeguamento museografico che ha portato, tra le altre cose, alla riqualificazione della sala conferenze, al riallestimento della Sezione d’Arte Antica (2011) e alla creazione di un’area di accoglienza con bookshop (2014). In occasione del 40° anno dalla fondazione del museo, nel 2016 ha preso il via un importante progetto di riallestimento e riqualificazione della Sezione d’arte moderna e contemporanea, che è stata presentata al pubblico, completamente rinnovata, nel giugno 2017.

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