n una sorta di cerniera tra il primo scorcio del Novecento e il secondo dopoguerra si colloca la sezione dedicata a Enzo Morelli (1896-1976), pittore che rappresenta un vanto dell’arte bagnacavallese anche se vissuto prevalentemente in Lombardia, terra in cui ha operato e riscosso successi e notorietà.
Nel 1977, un anno dopo la sua scomparsa, la vedova Anna Magrograssi “in adempimento di un desiderio da lui espresso” donava al museo civico un primo corpus di 12 opere, successivamente integrato nel 1986 da un vasto patrimonio fatto di una ventina di dipinti, diverse carte intelate e cartoni preparatori, più di 2.000 tra disegni e acquerelli, l’archivio personale del pittore e un prezioso fondo bibliografico d’arte.
A Morelli il Museo ha così voluto dedicare una sezione espositiva comprendente una sala permanente, dove sono ordinati i suoi principali dipinti, e una sala a rotazione, in cui possono essere ammirare alcune tra le sue numerose realizzazioni su carta.
Enzo Morelli è stato un importante illustratore e pittore del Novecento. Oltre a insegnare all’Accademia di Brera e all’Accademia di Belle Arti di Bologna, fece parte del movimento artistico “Novecento Italiano”, corrente ispirata a un recupero dell’arte quattrocentesca pre-rinascimentale. Insieme a lui vi erano Felice Casorati, Achille Funi, Mario Sironi.
Morelli è stato considerato uno dei più grandi paesaggisti del Novecento, un autore capace di infondere nelle sue vedute un lirismo e un incantato non comuni. Una parte importante delle sue raffigurazioni paesistiche riguarda Assisi, città in cui visse per qualche tempo negli anni ’20, ma la produzione più cospicua è quella che riguarda l’Oltrepo Pavese e il Lago di Garda, anche se non mancano le vedute della natìa Bagnacavallo. In alcune di queste ultime, eseguite lontano dalla Romagna, la sua città si manifesta come un “paesaggio dell’anima”. Interessantissimo è “Memorie di affetti” nel quale, in un’atmosfera chagalliana di grande suggestione, l’artista ricorda se stesso bambino mentre lascia la terra natìa accompagnato dal padre, sotto gli occhi protettivi della madre che li segue dal cielo.
Quella di Morelli non è una pittura realistica interessata alla resa dei particolari, ma una pittura sintetica, dai colori decisi, pieni e contrastanti.
Il suo operato di pittore e illustratore trova in questo museo una sede deputata a tramandarne la memoria e a valorizzare la preziosa eredità di oggetti d’arte che Morelli ha voluto lasciare, così generosamente, alla sua città d’origine.