n quelle che in passato erano le celle delle suore di clausura che vivevano nel convento, oggi si snoda il percorso museale dedicato all’arte moderna e contemporanea, con diverse decine di dipinti che raccontano il XX secolo e le più recenti esperienze artistiche di questi giorni.
Rappresentano insieme l’Ottocento che va chiudendosi e le tendenze artistiche di primo Novecento le opere di due artisti locali, Edgardo Saporetti e Giuseppe Rambelli. Quest’ultimo, cresciuto sotto gli insegnamenti di Giovanni Fattori, svolse gran parte della sua attività a Firenze. Suo è il sontuoso ritratto della Contessa Gamberini, quasi una citazione dei ritratti di Giovanni Boldini.
Altri autori locali rivelano la straordinaria “fertilità” di Bagnacavallo, cittadina che negli anni ha prodotto tanti talenti artistici. Provengono da qui, o dal territorio immediatamente circostante, artisti come Giuseppe Bartoli, Giulio Ruffini, Giulio Avveduti, Sonia Micela.
Accanto alle principali personalità pittoriche del territorio i dipinti esposti offrono un più ampio sguardo sui movimenti artistici italiani del XX secolo. Vi si trovano infatti lavori di Pio Semeghini, Giuseppe Novello, Achille Funi e Arturo Martini, artisti legati da profonda amicizia con il bagnacavallese Enzo Morelli, che ha lasciato le loro opere al museo.
Per la maggior parte, tuttavia, la collezione rappresenta una felice sedimentazione di dipinti dovuta all’intensa attività espositiva svolta dal museo dagli anni ’70 ad oggi. Di qui sono passati – ed hanno lasciato testimonianza della loro opera – artisti di fama nazionale come Virgilio Guidi, Remo Brindisi ed Ernesto Treccani.
Guidi (1891-1984) fu uno dei primi maestri a esporre al museo di Bagnacavallo e in quell’occasione lasciò alcune sue opere, tra cui la grande Testa Tragica e la Marina Spaziale. La riflessione su Cézanne lo portò a fondare una sua plasticità della forma attraverso il colore. Dal 1947 cominciò la serie delle Marine: puri piani di delicato colore luce. Nel 1951 aderisce allo spazialismo.
Di Remo Brindisi (1918-1996) è una grande testa intitolata Velleitario. Brindisi, uscito dalla scuola d’arte di Urbino, rimase legato nelle opere giovanili ad un impianto ancora descrittivo, per poi innestare su questa matrice cadenze espressioniste, dando così vita ad un suo linguaggio neo-figurativo.
Nel Museo si trovano inoltre alcune pregevoli opere di Ernesto Treccani, tra i fondatori nel 1938 del gruppo “Corrente” e uno dei più significativi rappresentanti del realismo italiano. Nel Museo di Bagnacavallo si trovano opere dagli anni Cinquanta agli anni Novanta; Tre figure nel verde mostra un gusto realistico per la figura, ma anche tendenze informali. Altrettanto si può dire per la Siepe e per Requiem per una strage, dedicata al massacro di Capaci.