L’esposizione prende le mosse dagli stimoli che la conoscenza delle xilografie giapponesi – esposte nella mostra Strade e storie. Paesaggi da Hokusai a Hiroshige dell’autunno 2023 – con il loro stile così lontano dalla cultura visiva occidentale fornì agli artisti europei in un momento storico di crisi e di ripensamento dei linguaggi dell’arte, portandoli ad accelerare da un punto di vista stilistico il processo di nascita delle avanguardie. La rivoluzione dell’arte operata tra fine Ottocento e inizio Novecento è contemporaneamente sintomo e conseguenza della ricerca di un nuovo senso dell’io e della costruzione di una nuova concezione del mondo, le cui prime avvisaglie possono essere rintracciate nell’arte di Goya, primo vero artista dalla sensibilità moderna per la sua capacità di indagare e scandagliare l’animo umano. La mostra intende ripercorrere il viaggio di profonda revisione del sé e della rappresentazione della realtà attraverso le mutazioni dei segni nell’arte dell’incisione, passando attraverso le poco conosciute grafiche degli Impressionisti, che anche attraverso il linguaggio del bianco e nero hanno tentato di rendere la mutevolezza della luce, sino ad arrivare all’Espressionismo, a Picasso e al suo segno così comunicativo nella pura essenzialità delle forme. Un’esposizione che attraverso l’analisi delle opere di alcuni tra gli artisti più importanti degli ultimi due secoli ripercorre fondamentali tappe della storia dell’umanità, che hanno trasformato la concezione del mestiere dell’artista e le finalità dell’arte stessa, portandola da una dimensione accademica ad una più intima e personale, che fa sì che ancora oggi queste opere appaiano ai nostri occhi così contemporanee e vicine alla nostra sensibilità.
A fianco di quasi cento opere su fogli sciolti, la mostra espone anche diverse pubblicazioni grazie alle quali si diffusero più rapidamente le nuove stampe: veri e propri libri d’artista, come quelli realizzati interamente ad esempio da Matisse, o riviste e volumi nei quali venivano pubblicate litografie di quegli artisti ritenuti i più grandi innovatori del segno grafico di allora, a testimoniare come anche grazie alla comunicazione di massa le correnti più innovatrici e lontane dalle accademie si affermarono pian piano nell’immaginario collettivo.
Con testi di Davide Caroli, direttore del Museo Civico delle Cappuccine e curatore della mostra, Marco Fagioli, esperto conoscitore dell’arte giapponese e schede tecniche di Martina Elisa Piacente
Museo Civico delle Cappuccine, Bagnacavallo (RA), 22 settembre 2024 – 12 gennaio 2025